L’IDENTITA’ STRAVOLTA DEI “PERFETTI ESTRANEI” NEI RITRATTI DI MATTIA CAMPO DALL'ORTO, IN CUI RIEMERGONO MEMORIE E FRAGILITA’ DELLA BELLE ÉPOQUE, SPECCHIO DEL NOSTRO TEMPO.

Dal 25 gennaio al 15 febbraio presentazione di Kristian Sturi.

 

GORIZIA - Inaugura il 25 gennaio a Gorizia presso la Corte dell’Arte l’esposizione “Perfetti Estranei” di Mattia Campo Dall'Orto. La mostra personale crea un ponte pittorico tra l’Umanità dei primi del Novecento, sull’orlo del disastro mondiale, e la società contemporanea, sul finire di questa nostra Belle Époque.

All'origine della ricerca, decine di antiche fotografie provenienti da Italia, Austria, Croazia Grecia, Germania, Regno Unito, e Stati Uniti: vecchie “cabinet card” che ritraggono persone ormai dimenticate e sconosciute diventano fonte di ispirazione per una serie di opere che marcano diversità e comunanze con il presente. Soldati, madri, emigrati e gentiluomini sono riprodotti a tecnica mista: i loro ritratti passano dal realismo alla deformazione, stravolgimento che marca il peso della contemporaneità su questo tentativo di recupero dell’identità.

Emerge un’umanità mai così distante e così vicina: uomini, donne e bambini di un’Europa che non sarebbe più stata a stessa dopo lo scoppio della grande Guerra.

A riassumere questo inquietante passaggio, viene presentato un libro prodotto e rilegato dall’artista documenta nascita, evoluzione e degenerazione di ogni ritratto. Il volume, in copia unica, raccoglie calligrafie e polaroid come se fosse l’album di una famiglia estesa, un’antologia della memoria condivisa.

La mostra diventa un’opportunità per riflettere sulla fragilità dei ricordi, ma anche per lasciarsi coinvolgere dal pathos dei “perfetti estranei”, con i quali condividiamo sentimenti, timori e prospettive sull'orlo di un’epoca piena di incognite.

 

Sulla rivista Juliet Kristian Sturi, artista e storico dell’arte che presenterà la mostra, ha delineato così “Perfetti Estranei”:

 

“Una personale dove l'artista pone la sua attenzione alla problematica del tempo e alla coscienza collettiva e personale del ruolo giocato da esso nelle sue manifestazioni visibili. Dal deperimento della carta fotografica di inizio Novecento alla trasmutazione e scomposizione dei soggetti ritratti in campo pittorico, Campo Dall'Orto procede per gradi e assimilazioni, sezionando e dando nuova vita ai fantasmi inconoscibili che animano i vetusti album di famiglia o le casuali immagini dei mercatini per creare un distillato pittorico